notizie curiose

30 ottobre 2006

Pistola contro la famiglia: "Non voglio la minestra"



Basta essere ricattati con la classica frase "o mangi di questa minestra o salti dalla finestra". Un 42enne di Francavilla Fontana, piccolo centro in provincia di Brindisi, ha ritenuto opportuno cambiare le regole e i detti più antichi con un gesto eclatante.
L'uomo, evidentemente stanco di dover sottostare alle regole della casa e mandar giù quella brodaglia insapore, ha preso in mano una pistola e ha minacciato tutta la famiglia. Al fatto, oltre alla moglie, hanno assistito allibiti anche il cognato e il suocero.
La signora, approfittando di una distrazione del compagno, è riuscita a raggiungere il telefono e chiamare i carabinieri. I militari, giunti sul posto, hanno trovato l'uomo tutto sommato tranquillo. In ogni caso è stato per loro obbligatorio sequestrare l'arma ed alcuni proiettili trovati nell'abitazione, regolarmente detenuti, e denunciare l'uomo per aggressione e minacce.

grazie a skilo ^_^

26 ottobre 2006

Cassazione, portar iella non è reato: "Non punibile chi augura la cattiva sorte"


ROMA - Portare iella non è reato. I giudici di Cassazione hanno sentenziato che "l'auspicio di un fatto negativo non è condannabile". Un giovane di Genzano aveva inviato un sms ad un'amica barista svelando il presagio che presto il suo negozio sarebbe fallito: "Non andrai avanti con il tuo baretto - scrisse la neocassandra - perderai tutto, illusa". Era il marzo 2005 e il giudice di pace condannò l'autore di quel messaggio a pagare 350 euro per ingurie e minacce.

Ricorse in Cassazione Alex R. e oggi la sentenza numero 35.763: "Non si può parlare di minaccia - scrive il relatore - quando il male prospettato non sia dipendente dalla volontà della gente". Se la malvagità si appoggia su previsioni imponderabili, come la iella, allora il reato di minaccia non c'è e l'imputato va assolto.

Restano però le ingiurie per le quali, come già deciso dal giudice di primo grado, Alex-il-maligno dovrà sborsare 337 euro di multa.

Che portar jella non fosse un reato era chiaro già da tempo, almeno da quando Pirandello ispirò l'episodio de "La patente" interpretato per il cinema da Totò. Anche lui ottenne da un giudice la "patente" di jettatore e fu la sua fortuna, forse perché già allora, portar auspici disastrosi non era reato.

23 ottobre 2006

Col navigatore satellitare dentro ad un vespasiano


BERLINO - Un ligio automobilista tedesco ha eseguito l'ordine 'svolta a destra adesso' datogli dal suo sistema di navigazione satellitare e si è schiantato contro un vespasiano situato al lato della carreggiata, una trentina di metri prima della strada che avrebbe dovuto imboccare. Lo ha reso noto oggi la polizia di Rudolstadt, la cittadina dell'est della Germania dove è accaduto l'incidente.

Obbedendo al Gps e non ai propri occhi, l'automobilista, un 53/enne di Friburgo, è uscito di strada con il suo Suv, attraversando il terreno di un cantiere e percorrendo una scala prima di colpire l'obiettivo finale.

Risultato: 2.000 euro di danni alla rampa e alla toilette, 100 di danni al Suv e una multa di 35 euro.

21 ottobre 2006

Hanno cambiato la storia eppure non sono mai nati




ROMA - Hanno cambiato i costumi, plasmato la società, modificando anche il corso della storia umana. Si tratta di 101 personaggi mai vissuti. come la bambola Barbie, Babbo Natale, Sigfrido: secondo un gruppo di studiosi statunitensi avrebbero influenzato il nostro modo di vivere.

L'inedita classifica degli 'dei' è stata stilata da Alan Lazar, Dan Karlan, Jeremy Salter, in un libro pubblicato da HarperCollins e uscito in questi giorni nelle librerie anglosassoni, dal titolo "I 101 personaggi più influenti che non sono mai vissuti". Il numero uno della graduatoria è il "Marlboro Man", l'affascinante cowboy che, ritratto nel suo ranch sulle rive del Colorado, contribuì alla diffusione del vizio del fumo in tutto il mondo. Sulla sua immagine, il capello stetson calcato in testa, la sigaretta all'angolo della bocca, ricade - secondo gli autori - la responsabilità di milioni di morti per cancro ai polmoni.

Al numero due si piazza il "Grande Fratello" dello scrittore George Orwell, incarnazione del potere onnipresente che schiaccia l'individuo. Segue Re Artù, personaggio in bilico tra la leggenda e la storia, che impersonifica le qualità ideali del leader politico e del monarca. In quarta posizione Babbo Natale, anzi Santa Claus, così come lo ha definito l'iconografia inventata negli Stati Uniti negli ultimi decenni del XIX secolo, riadattando un culto ben più antico, quello di San Nicola, venerato dai cristiani del Medio Oriente. Poi, giù a seguire, Amleto, Frankenstein, Sigfrido, Sherlock Holmes, Romeo e Giulietta, il dottor Jekyll e mister Hyde.

Barbie è al 43/esimo posto. Icaro, l'eroe della mitologia che ispirò i fratelli Wright e il sogno dell'umanità di sconfiggere la gravità, si trova all'80/esimo posto. I 101 personaggi provengono tutti dalla finzione, dal mito, dalle leggende, dalla televisione o dal cinema. Alcuni di loro sono sopravvissuti ai millenni, altri, come James Bond (51/esimo posto, simbolo dell'intrigo, del fascino sessuale e della britannicità) sono nati in tempi più recenti.

Gli dei dell'antica Grecia e dell'Antica Roma hanno fatto scuola: a loro gli studiosi statunitensi sembrano ispirarsi per costruire la graduatoria. Nel primo capitolo del libro, gli autori osservano che le divinità non si limitavano a stare dietro le forze della natura: erano esse stesse le vere forze in campo.

20 ottobre 2006

Vini d'Italia, Toscana superstar ma è il Barolo che batte tutti




FIRENZE - Un vino solo al comando. E rosso, inequivocabilmente piemontese, nasce ruvido e si affina fino a diventare morbido senza ruffianerie, mantenendo negli anni - sette appena compiuti - sentori freschi eppure seducenti. Rotondo ma di carattere, elegante senza stucchevolezze. Si potrebbe andare avanti a lungo, inseguendo le parole giuste per raccontare l'eccellenza della Riserva Monfortino '99. Il Barolo di Giacomo Conterno (la cui sapienza geniale è passata intatta nelle mani del figlio Giovanni) è stato premiato ieri durante la presentazione della nuova Guida dei Vini dell'Espresso con il massimo dei voti, venti ventesimi. I curatori Ernesto Gentili e Fabio Rizzari non hanno esitato a tramutare l'espressione "quasi perfetto" in "perfetto". Nessun vino meglio del Monfortino, senza distinzione di colore, regione, vitigno.

Ma al di là della dovuta celebrazione dell'etichetta-culto dell'anno, l'edizione 2007 della guida racconta molto altro, a partire dalla presa di distanze dalle nuove tecnologie modaiole.

Se per anni sono stati mandati in passerella vini "pensati" per compiacere i palati dei critici - muscolari, aromatici, accattivanti - utilizzando le tecnologie più sofisticate, oggi si progettano bottiglie - e consensi - all'altro estremo. Via libera ad anfore e cocci sepolti, fermentazioni infinite e raccolte ultratardive, anche in presenza di uve non all'altezza e sapienza ridotta. Risultato: vini disarticolati, angolosi, spesso ossidati e dagli odori improbabili, presentati come altrettante perle della viticultura dura e pura. Il messaggio che passa, ahinoi, è l'assioma sano o tradizionale uguale mediocre. Oppure, l'obiezione che i vini veri, come vengono chiamati da un gruppo di produttori monodedicati, costano obbligatoriamente tanto.

Non è vero, naturalmente, e la guida ben testimonia l'incremento delle tante buone etichette di diversa estrazione, dalle provocazioni di Gravner alla passione eco-enologica di Badia Coltibuono e Castello di Ama, spesso con un ottimo rapporto qualità-prezzo, produzioni sparse a macchia di leopardo da una parte all'altra dello Stivale.

Il criterio della zonalità, del resto, è ormai un cardine delle valutazioni enologiche, perché le vendemmie sono sempre più figlie di singoli territori, anche piccolissimi. E' il caso del Barolo, la cui produzione 2002 è stata martoriata dal clima bizzoso, tanto da indurre molti produttori a non affrontare il mercato. Così, quest'anno lo storico test-a-testa con la Toscana è stato vinto dai campioni del Brunello, forti di un 2001 notevole, così come il 2003 dei rossi chiantigiani.

Gentili&Rizzari hanno confermato la messe di buoni voti attribuiti negli ultimi anni ai vini nord-orientali, dal Veneto al Friuli, con citazione d'obbligo per le etichette dell'Alto Adige, che hanno fatto man bassa di premi. Atesini, infatti, sono i Sauvignon di Caldaro e Colterenzio, in testa all'elenco dei migliori bianchi italiani con il punteggio 18.5.

A contrastare lo strapotere atesino, il mitico Trebbiano di Valentini e il Verdicchio di Bucci, entrambi posizionati tra Marche e Abruzzo. Il centro Italia, in compenso, ha dovuto scontare la stagione infelice del Sagrantino (Umbria).

Note sempre più felici, invece, per il Sud: ben due Taurasi - Mastroberardino e Molettieri - hanno raggiunto quota 19, confermando l'irresistibile ascesa di un'uva super tradizionale come l'Aglianico. In crescita anche le produzioni di Puglia e Calabria, mentre dalla Sicilia arriva la conferma che quella vulcanica è terra benedetta per le produzioni vinicole, con le etichette di Benanti in grande spolvero, e menzione d'onore per il nerello mascalese, altro autoctono dal grande futuro.

19 ottobre 2006

Due ragazze il nuovo fenomeno di YouTube: in 10 miliano hanno già guardato 'Hey?







Al momento attuale è il nuovo record di un video sconosciuto su YouTube. Lital Mizel e la sua amica Adi Frimerman, 21 e 22 anni, si stavano annoiando. Così hanno deciso di fare un video come sorpresa per il compleanno del ragazzo di Adi. In pochi giorni il loro filmato, nel quale ballano scatenate e felici sulle note della canzone, è stato visto da oltre 10 milioni di persone in tutto il mondo.

Per la precisione i contatti al video delle due ragazze, di 3 minuti e 25 secondi, sono stati 10.260.000.
In breve tempo il loro video è diventato il numero uno di You Tube. E' diventato così popolare che il portale ne ha inserito una riassunto on line.

Ma le due ragazze più famose della rete si schermiscono: “Abbiamo solo girato la camera e vi abbiamo danzato davanti gioiose”, dice Litel, che prosegue “ho chiesto alla gente perché a loro piaccia, tutti mi hanno risposto 'perché è reale'. Lo abbiamo fatto in casa, ecco perché siamo così spontanee e naturali. Ballavamo e ci stavamo divertendo. Credo che faccia venir in mente alla gente quando era piccola e ballava di fronte allo specchio".

Lital e Adi stanno facendo, con la loro “danza gioiosa”, il giro del mondo, sono addrititura state riprese dalla tv israeliana e dall'agenzia Reuters. Qualche mese fa un fenomeno simile, con 9 milioni di visite al video di un ragazzo, Lin Yon Young, che, con la sua chitarra interpretava un brano musicale barocco in chiave rock. Un vero successo planetario. "Non me lo aspettavo, anzi ero un po' imbarazzato. Il successo è dovuto alla popolarità del brano", diceva il ragazzo. Anche per Litel e Adi l'obiettivo non è la fama, Litel per esempio vorrebbe diventare una editor di filmati.

15 ottobre 2006

Il Parmigiano Reggiano è il più rubato nei supermercati




ROMA - Più imitato nel mondo. E più rubato nei supermercati. Tocca al Parmigiano la palma dell'oggetto dei desideri dei taccheggiatori dei grandi magazzini. Dagli scaffali viene sottratto un pezzo ogni dieci che ne vengono venduti. In sostanza il 9 per cento del valore del prodotto venduto. A rivelarlo è il sesto rapporto della Coldiretti che registra in Italia nel 2006 un aumento dei furti tra i prodotti alimentari venduti nei supermercati.

Tra i cibi più desiderati dai ladri, dopo il Parmigiano Reggiano, si classifica la carne con il 5,5 per cento delle perdite, mentre con il 2 per cento seguono i vini e i superalcolici. L'ordine delle preferenze rileva, si legge nel rapporto, che i nuovi ladri al momento di fare la spesa sono in realtà dei buongustai che non rinuciano alla qualità in tavola.

Nel complesso, tra prodotti alimentari e non, gli ammanchi dovuti a errori, furti, danni e taccheggi nella distribuzione commerciale ammontano in Italia, dice sempre le Coldiretti, a 2,6 miliardi di euro, con una percentuale del fatturato dell'1,24 per cento, in leggero calo rispetto allo scorso anno (1,26 per cento).

In testa ai prodotti non alimentari che vengono rubati, c'è una lametta da barba ogni cinque ma anche cartucce per stampanti, prodotti cosmetici, dvd, cd musicali e videogame (5,5 per cento). Furti che pesano sui normali acquisti dei cittadini per un valore stimato pari in Italia a circa 178 euro per famiglia.